Racconta Stefania Feriti, docente di italiano e storia in classe quarta presso la nostra scuola primaria:
Fin dall’inizio del nostro distanziamento ho pensato: “Ci deve essere un modo per far vedere che ci siamo, che stare lontani, non significa “essere” lontani.”
E così, un po’ per necessità, un po’ per gioco, ho iniziato a creare il primo video; all’inizio mi sono avvalsa della consulenza tecnica dell’esperto nipote tredicenne, poi ho camminato sempre più in autonomia.
A cosa servono i video che vengono creati ogni settimana?
Come nel metodo della “Classe capovolta”, il video è un’introduzione, che i bambini hanno la possibilità di vedere prima che il nuovo argomento venga affrontato poi insieme, durante la video-lezione.
È importante catturare l’attenzione dei bambini, far sì che la spiegazione non sia troppo lunga, ma che, in pochi minuti, sappia offrire i punti chiave, che verranno poi sviluppati e approfonditi insieme.
Oltre al contenuto, particolare attenzione va data anche alla forma: i video sono solitamente colorati, allegri, accattivanti, accompagnati da una musica coinvolgente, in modo che l’apprendimento venga stimolato attraverso vari sensi. Le spiegazioni non possono risultare noiose, anzi: i bambini devono avere voglia di vederle e rivederle più volte.
In fondo, come diceva Gianni Rodari, vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?
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