Il movimento diventa un primo tramite per conoscere la realtà, che da esperienza concreta, si traduce successivamente in rappresentazioni simboliche per sfociare in categorie mentali.
L’agire diviene intenzionale e il fare, inizialmente corporeo ed esperienziale, successivamente struttura le prime forme di astrazione.
I concetti non si limitano a fissarsi in modo labile, ma trovano molteplici connessioni, dato che tutti i canali sensoriali vengono sollecitati, offrendo associazioni mentali significative rispetto al puro nozionismo.
Ci si occupa della realtà oggettiva delle “cose” e il loro rapporto con l’ambiente circostante, anzichè operare esclusivamente sulle idee, combinando in sintesi attiva la pedagogia dell’ascolto con la pedagogia dell’azione.
Il lavoro di educazione cognitivistica operazionale si struttura coinvolgendo e attivando molteplici dimensioni cognitive:
- la percezione dello schema corporeo;
- gli schemi motori di base e le capacità coordinative(adattamento, controllo e apprendimento motorio);
- l’organizzazione dello spazio;
- l’orientamento spaziale;
- la strutturazione temporale,
- gli aspetti matematici di base (classificazione, seriazione, numero, ecc..);
- la strutturazione di rappresentazioni numeriche e di forme geometriche;
- la formulazione di ipotesi, la soluzione di problemi;
- l’organizzazione ed il rinforzo dei processi mnestici;
- i processi di analisi e di sintesi che sottendono l’acquisizione della letto-scrittura.
Puntare alla formazione critica della mente, alla chiarezza concettuale, attraverso il vissuto corporeo totale, implica il coinvolgimento di lavori di tipo ludico, prassico, ritmico, logico, linguistico, matematico, spazio-temporale, mettendo in moto, in modo coordinato una molteplicità di stimoli fisici, emozionali, espressivi, intellettivi.
Sin dall’infanzia è possibile costruire tutto ciò. L’esperienza spontanea che inizialmente opera un riconoscimento germinale dello spazio entro cui si agisce, libera il desiderio di muoversi, di esplorare, di percepire, di riconoscere sensazioni,di esplorare per conoscere e capire.
Dal corpo, oggetto di percezione e di sintesi percettiva, si giunge al corpo oggetto di rappresentazione e quindi di conoscenza e coscienza di sé.
Si può iniziare a giocare con gli elementi concettuali molto prima di averli scoperti.
Il bambino deve poter costruire con materiale concreto attraverso manipolazioni, prima ancora di essere in grado di analizzare, astrarre e generalizzare.
L’apprendimento deve essere frutto di una scoperta e le esperienze offerte devono essere organizzate con rigore e precisione, rispettando scrupolosamente l’aspetto psicologico e il ritmo di sviluppo personale di ogni bambino.
Il tentativo costante è un guardare per valorizzare, per incentivare anche minuscoli passi di apertura alla conoscenza del mondo, per renderli poi rappresentativi di una ricerca continua di crescita personale e valoriale.
Il bambino viene guidato da mani esperte che ricercano il suo essere, promuovendo saperi in grado di suscitargli il bello delle cose e della realtà, la conoscenza nella sua essenza che diventa progressione umana e psichica.